Un’Insolita Meteorite

di Giulia Fabriani

La palla di fuoco diurna è visibile tra le nuvole in questa immagine sovrapposta di un video registrato dalla telecamera meteorica AllSky6 AMS 21 da Herford. La distanza tra la telecamera meteorica e la parte visibile del bolide è di 230 km. Immagine: Jörg Strunk, Mike Hankey (American Meteor Society).

Nel 2019 la meteorite di Flensburg cadde nell’omonima località tedesca, nel nord della Germania, suscitando da subito l’interesse della comunità scientifica.

Oggi il piccolo oggetto è al centro di uno studio che ha coinvolto ricercatori europei, australiani e statunitensi, guidato da Addi Bischoff dell’Università di Munster, in Germania. Il team internazionale ha stabilito che i carbonati, gruppo di composti chimici contenenti carbonio e ossigeno, di cui si compone l’oggetto in questione sono fra i più antichi dell’intero sistema solare.

Il piccolo corpo extraterrestre è stato classificato come condrite carboniosa, una forma molto rara e insolita di meteorite che rende il suo ritrovamento unico. Ma non è tutto: i ricercatori a capo delle indagini ipotizzano che una meteorite simile possa aver portato l’acqua sul nostro pianeta nelle sue prime fasi di vita. I carbonati infatti sono presenti oggi sulla Terra in diverse zone, dalle catene montuose delle Dolomiti alle barriere coralline negli oceani, ma nelle fasi primordiali della formazione del nostro pianeta non se ne vedeva traccia.

Le meteoriti come quella di Flensburg possono rivelare preziose informazioni sulle prime fasi di vita del Sole e dei pianeti che gli orbitano attorno. Gli scienziati hanno datato l’oggetto con il metodo del decadimento di isotopi di manganese, un particolare isotopo presente in natura, ancora attivo nel sistema solare primordiale. «Utilizzando questo metodo, le determinazioni dell'età più precise fino a ora indicavano che l'asteroide genitore della meteorite di Flensburg e i carbonati di cui si compone si sono formati solo tre milioni di anni dopo la formazione dei primi corpi solidi nel sistema solare», commenta Mario Trieloff, ricercatore coinvolto nello studio. Questi carbonati sono dunque i più vecchi fra quelli analizzati finora, risalendo alle prime fasi della formazione del sistema solare e per questo la loro composizione chimica è stata studiata nel dettaglio.

Immagini della meteorite di Flensburg.

Dalle analisi, effettuate dall'Istituto di Scienze della Terra dell'Università di Heidelberg e pubblicate da «Geochimica et Cosmochimica Acta», la meteorite sarebbe entrata in contatto con un fluido caldo, presente sul corpo planetario da cui proviene: questo evidenzia la presenza di acqua liquida sull’asteroide genitore da cui è nata la meteorite, risalente a fasi primitive della vita del nostro sistema solare.

Meteoriti come quella di Flensburg potrebbero aver portato l’acqua sulla Terra nelle sue prime fasi di vita: lo studio aiuterà quindi ad accendere una nuova luce sulle nostre conoscenze del sistema solare.

 

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *