“Dare Mighty Things” MARS2020

di Maria Elisa S.

Rappresentazione grafica del rover MARS2020 della NASA, con il suo braccio robotico esteso. Credits: NASA / JPL-Caltech.

Il grande spettacolo a cui abbiamo assistito è accaduto in piena pandemia, in cui tutti noi ci siamo trovati ad affrontare serie difficoltà, e anche la NASA si è vista costretta a lavorare in smartworking. Il rover Perseverance è partito il giorno 30 Luglio 2020 e atterrato pochi giorni fa, cioè il 18 Febbraio 2021.

Nel paracadute utilizzato per l’atterraggio del rover è stata nascosta una frase simbolica, scritta in codice binario. La frase “Dare mighty things” ovvero “Osate cose grandiose”. Osare cose grandiose… proprio come andare su Marte, fare ricerca in mondi lontani, sviluppare tecnologie sempre più all’avanguardia, cercare forme di vita al di fuori della terra…

Il paracadute supersonico del rover Perseverance della NASA durante i test in una galleria del vento presso l'Ames Research Center della NASA nella Silicon Valley della California. Credit: NASA / JPL-Caltech / Ames.

Dal 2014 al 2018 hanno esaminato più di 30 siti, possibili candidati per l’atterraggio di Perseverance e fra questi è stato scelto lo Jezero Crater (derivato dal nome di un lago presente in Bosnia Erzegovina) perché circondato da molti posti contenenti residui di acqua o ghiaccio. L’obbiettivo della missione è infatti andare a scovare potenziali residui di forme di vita esistite secoli fa, sviluppatisi grazie a vari fattori: la
temperatura adeguata, la presenza dell’acqua o dei reagenti adatti a far avvenire le giuste reazioni chimiche, ma anche dalle condizioni stabili in un tempo prolungato.

Alcuni dettagli hanno incuriosito di più gli scienziati: il principale è il fatto che è una zona composta dal letto di un lago, presumibilmente creatosi 3,5 milioni di anni fa, dove quasi per certo troveremo dei residui di sali minerali. Molti di noi si sono chiesti ma com’è possibile che si è venuto a formare un lago? Non si tratta di magia oscura, anzi esso è stato creato dall’impatto con un asteroide, che ha portato al verificarsi di varie fasi, la prima trasformazione avvenne quando il pavimento roccioso è stato esposto all’aria, per poi essere sovrastata dall’arrivo dell’acqua che a sua volta si è sedimentata. Grazie a queste fasi potremmo rinvenire delle tracce provenienti dal passato causate da vari fenomeni: la lava, la roccia che si è fusa dopo il passaggio di essa e l’esposizione nell’atmosfera (che come sappiamo, per via della bassa gravità, provoca la rarefazione e privazione di gas leggeri) e le varie interazioni accadute nel tempo.

A porre fine a questo ciclo presumibilmente ci furono delle inondazioni, che trasformarono il cratere in un lago, a differenza di tutti gli altri siti, lui aveva un fiume emissario dotato dunque sempre di molta acqua fresca, dove si pensa possano essere trovate diverse tracce di materiali alterati (depositi). Un altro motivo che sottolinea come sia rilevante la scelta di questo luogo è il fatto che si potranno analizzare tre luoghi molto diversi tra loro, ma geograficamente vicini: il fondo del lago, il delta del fiume e la parete rocciosa in alto con annessi laghetti isolati e continuamente riempiti (dalle inondazioni o dalle piogge).

 

La prima foto inviata dal rover appena atterrato. Credits: NASA's Jet Propulsion Laboratory.

Una domanda ora sorge spontanea: una volta trovati e raccolti questi residui, come arriveranno da Marte fino alla Terra? Dopo che Perseverance avrà scelto i migliori candidati, questi verranno riposti in contenitori sigillati, da dei piccoli tubi, chiudendoli ermeticamente, questo fa sì che una volta arrivati sulla Terra non sarà presente nessun tipo di contaminazione (data la sterilizzazione totale in precedenza del rover); siamo costretti ad utilizzare questi metodi per evitare eventuali contaminazioni umane sul materiale e viceversa. Oltre a questo sono presenti anche altri contenitori (denominati come testimone) presenti accanto ai campioni, non devono essere riempiti teoricamente da nulla per questo sono aperti e quindi non sigillati, nel momento in cui verrà raccolta l’aria presente dal rover, se venissimo a conoscenza della presenza di molecole organiche nei residui marziani, allora sarebbe probabile che quelle molecole stiano ad indicare che c’è stata vita e sapremo che ciò che giunge da Marte non avrà subito
nessun tipo di contaminazione, che noi umani in un errore potremmo aver portato sul rover.

Sul recupero di questi depositi se ne stanno già occupando per una missione l’agenzia spaziale degli Stati Uniti (NASA) e l’Agenzia Spaziale Europea (ESA), dove verrà inviato un piccolo razzo che lancerà i campioni in orbita, un’altra sonda li recupererà e li porterà sulla Terra.

Tutto ciò che c’è di bello è lì fuori che ci aspetta, anche con le mille difficoltà che questo momento pandemico ha portato, non smettiamo mai di perseverare. “To infinity and beyond”.

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